Sicurezza sul lavoro in ufficio: rischi nascosti e misure di protezione

13 ott 2025

Sicurezza sul lavoro in ufficio: rischi nascosti e misure di protezione

Lavorare in ufficio sembra sicuro, ma non sempre lo è. Ecco i rischi nascosti e come prevenirli in modo efficace, rispettando le normative.

La sicurezza sul lavoro in ufficio richiede un approccio specifico e proattivo. L'identificazione e la mitigazione dei rischi insidiosi costituiscono un obiettivo prioritario per garantire la sicurezza negli ambienti d'ufficio.

A differenza di contesti operativi come cantieri o reparti produttivi, dove i pericoli sono palesi, in ufficio i rischi sono spesso di natura subdola e cumulativa.

Prolungata sedentarietà, illuminazione inadeguata, cablaggi non canalizzati, qualità dell'aria insoddisfacente e vie di esodo ostruite sono elementi che, se considerati singolarmente, possono apparire marginali.

Tuttavia, il loro impatto nel tempo compromette la salute dei lavoratori e la continuità operativa aziendale. L'adozione di misure preventive mirate, consente di ridurre l'incidenza di infortuni e patologie professionali, migliora il benessere organizzativo e assicura la piena conformità alle normative vigenti.

Analisi dei rischi insidiosi negli ambienti d'ufficio

La sicurezza sul lavoro è un principio cardine in ogni contesto professionale. Sebbene l'ufficio non sia un ambiente ad alto rischio intrinseco, presenta fattori di pericolo specifici. Se non gestiti, minano la salute psico-fisica delle persone e l'efficienza operativa.

Il D.Lgs. 81/2008 stabilisce requisiti specifici per i luoghi di lavoro in ufficio, che riguardano sia gli aspetti strutturali e di sicurezza dei locali (Titolo II, Allegato IV: requisiti dei luoghi di lavoro e vie di esodo), sia l’ergonomia e l’organizzazione delle postazioni al videoterminale (Titolo VII).

Tuttavia, la sicurezza non si esaurisce nell'adempimento normativo, bensì nell'implementazione proattiva di strategie per prevenire infortuni, tutelare la salute e garantire comfort. Di seguito, un'analisi dei principali rischi insidiosi e delle relative misure di protezione.

Rischi ergonomici e gestione delle postazioni videoterminali

Il lavoro al videoterminale (VDT) rappresenta l'attività predominante in ufficio. L'esposizione prolungata allo schermo può generare disturbi visivi, affaticamento muscolo-scheletrico e problematiche posturali.

Il Titolo VII del D.Lgs. 81/2008 regolamenta tali scenari, imponendo al datore di lavoro l'analisi ergonomica di ogni postazione. I parametri fondamentali da valutare includono:

  • regolazione altezza sedia,
  • distanza ottimale tra monitor e operatore,
  • corretto posizionamento di tastiera e mouse,
  • adeguato supporto lombare,
  • disponibilità di spazio per il movimento.

Sono considerati lavoratori VDT coloro che utilizzano in modo sistematico e abituale il videoterminale (prassi ≈ 20 ore/settimana, al netto delle pause). Questi lavoratori sono soggetti a sorveglianza sanitaria, con particolare attenzione all’apparato visivo e muscolo-scheletrico, secondo periodicità prevista dal DVR e dal medico competente.

Una progettazione accurata delle postazioni e il rigoroso rispetto delle pause sono fondamentali per la prevenzione. Infatti, l’Art. 175 del D.Lgs. 81/2008 prevede che il lavoro al videoterminale sia organizzato in modo da alternare periodi continuativi al computer con pause o cambi di attività. In linea generale, ogni due ore di attività continuativa al VDT deve essere garantito un periodo di interruzione di almeno 15 minuti, oppure una mansione equivalente che non comporti uso dello schermo. 

Qualità ambientale: illuminazione, microclima e rumore

La sicurezza sul lavoro in ufficio è determinata anche dal comfort ambientale. Parametri fisici quali illuminazione, qualità dell'aria, condizioni termoigrometriche e livelli di rumore influiscono sul benessere psicofisico e, di conseguenza, sulle performance.

Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), prescritto dal D.Lgs. 81/2008, richiede una valutazione puntuale dei seguenti aspetti:

  • Illuminazione – Una corretta gestione della luce, naturale e artificiale, è fondamentale per prevenire abbagliamenti, riflessi sullo schermo e affaticamento visivo. È utile posizionare le postazioni in modo da ridurre i contrasti, utilizzare tende regolabili o schermi antiriflesso e garantire un’illuminazione uniforme delle aree di lavoro.
  • Microclima e qualità dell’aria – Il benessere termico dipende da temperatura e umidità mantenute entro range confortevoli, ma anche dalla qualità dell’aria. Oltre a evitare correnti o sbalzi termici, è importante assicurare un adeguato ricambio d’aria, programmare la manutenzione periodica degli impianti di climatizzazione e sostituire regolarmente i filtri. Un monitoraggio della CO₂ può aiutare a prevenire ambienti chiusi o poco salubri. È un indicatore di ventilazione e supporta decisioni su ricambi d’aria e manutenzione, ma non sostituisce la valutazione dei rischi, né costituisce un limite legale.
  • Rumore – Anche in assenza di livelli dannosi per l’udito, il rumore da apparecchiature o open space incide su concentrazione e stress. Interventi come l’installazione di pannelli fonoassorbenti, la creazione di zone dedicate al lavoro silenzioso e la riduzione delle sorgenti rumorose (stampanti, telefoni, sistemi di ventilazione) contribuiscono a migliorare il comfort e la produttività.

Stress lavoro-correlato e rischi psicosociali

Il D.Lgs. 81/2008, all'Articolo 28, obbliga le aziende a valutare il rischio da stress lavoro-correlato.

Fattori organizzativi quali carichi di lavoro eccessivi, ambiguità di ruolo, gestione inefficace dei conflitti o carenza di supporto logorano il benessere psicologico del lavoratore. Tale condizione incide negativamente sulla produttività e sul clima aziendale.

Una gestione efficace di questo rischio psicosociale richiede interventi organizzativi strutturati: definizione chiara di compiti e responsabilità, istituzione di canali di comunicazione e ascolto, formazione specifica per il management sull'identificazione precoce del disagio e adozione di politiche di work-life balance.

Affrontare lo stress con un approccio sistemico non solo tutela il lavoratore, ma riduce l'assenteismo e favorisce un ambiente di lavoro inclusivo.

Sicurezza sul lavoro in ufficio: i rischi più comuni

Accanto ai rischi ergonomici e psicosociali, l'ufficio presenta pericoli di tipo tradizionale che richiedono uguale attenzione nella valutazione dei rischi.

  • Rischio elettrico - Prese e cavi danneggiati o apparecchiature non a norma possono causare incidenti. Oltre alla manutenzione preventiva, la normativa prevede verifiche periodiche degli impianti elettrici e di messa a terra, da documentare in appositi registri. L’attività di controllo garantisce la conformità riducendo il rischio di guasti o incendi. Le verifiche degli impianti di terra sono disciplinate dal DPR 462/01 (periodicità tipica 5 anni; 2 anni in particolari ambienti).
  • Cadute e inciampi - Pavimenti scivolosi, scale non segnalate e ostacoli nei percorsi rappresentano le cause più frequenti di infortunio in ufficio. La prevenzione richiede l’uso di pavimentazione antiscivolo, segnaletica di sicurezza appropriata, procedure interne di housekeeping per mantenere corridoi e vie di esodo sempre liberi.
  • Movimentazione manuale dei carichi - In ufficio può capitare di dover spostare materiali, archivi o forniture. Senza un’adeguata formazione, queste attività possono causare traumi muscolo-scheletrici. È quindi essenziale adottare attrezzature di supporto (carrelli, sollevatori), integrare la valutazione nel DVR e garantire ai lavoratori una formazione specifica sulla movimentazione sicura.
  • Sostanze pericolose - Le operazioni di sostituzione di toner e cartucce possono comportare l’esposizione a polveri sottili e sostanze chimiche. La gestione corretta richiede il rispetto delle procedure indicate nelle Schede di Sicurezza (SDS) dei prodotti, un’adeguata aerazione dei locali e, solo se previsto, l’uso di idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).

Pur essendo spesso percepiti come secondari, il loro impatto potenziale è significativo. La loro identificazione e mitigazione sono indispensabili per garantire ambienti di lavoro integralmente sicuri.

Prevenzione incendi negli ambienti d’ufficio

Gli uffici, pur non essendo contesti industriali, devono rispettare requisiti specifici di prevenzione incendi per garantire la sicurezza delle persone e la continuità operativa. La normativa prevede misure proporzionate alle dimensioni e alla configurazione dei locali, con l’obiettivo di ridurre il rischio e assicurare un’evacuazione ordinata ed efficace in caso di emergenza.

La gestione della sicurezza antincendio segue il DM 2/9/2021; la formazione degli addetti è articolata su livelli 1-2-3 con aggiornamento quinquennale.

Gli elementi fondamentali da considerare sono:

  • Classificazione del livello di rischio incendio in base alle caratteristiche dell’edificio e alle attività svolte;
  • Piano di emergenza ed evacuazione, con prove periodiche per verificarne l’efficacia. Il piano di emergenza è obbligatorio nei casi previsti dal DM 2/9/2021 (ad esempio, aziende ≥10 lavoratori o soggette ai VVF) e le prove di evacuazione sono almeno annuali;
  • Segnaletica di sicurezza chiara e visibile, insieme a sistemi di illuminazione di emergenza per garantire l’esodo anche in caso di blackout;
  • Estintori e sistemi antincendio adeguati a numero, tipologia e collocazione, con controlli e manutenzioni documentati. La manutenzione di estintori/impianti è conforme al DM 1/9/2021 e alle relative UNI, i controlli sono riportati nel registro;
  • Formazione e designazione degli addetti antincendio, incaricati di gestire correttamente le procedure in caso di necessità.

Un approccio strutturato alla prevenzione incendi non solo tutela la salute delle persone, ma rappresenta anche un requisito di conformità normativa e un investimento nella responsabilità aziendale. Per gli uffici che rientrano tra le attività del DPR 151/2011, è necessaria la SCIA antincendio e il mantenimento delle condizioni ai fini del CPI, quando previsto.

Formazione, informazione e addestramento

La sicurezza sul lavoro in ufficio non dipende solo da impianti e procedure, ma anche dalle competenze delle persone.

Gli artt. 36 e 37 del D.Lgs. 81/2008 prevedono che ogni lavoratore riceva informazione e formazione adeguata sui rischi presenti, sulle procedure di emergenza e sull’uso corretto delle attrezzature. Nei contesti d’ufficio, questo significa corsi su ergonomia e videoterminali, procedure antincendio, primo soccorso e gestione delle evacuazioni.

Primo soccorso e presidi sanitari

Un altro pilastro della sicurezza sul lavoro in ufficio è la capacità di intervenire tempestivamente in caso di emergenza. Ogni sede deve essere dotata di cassette di pronto soccorso proporzionate ai rischi, personale designato e formato e procedure per l’attivazione dei servizi esterni. In questo modo si riducono i tempi di risposta e si tutela concretamente la salute dei lavoratori.

Gestione appalti e ditte esterne

La sicurezza sul lavoro in ufficio deve essere garantita anche quando operano ditte esterne. In questi casi, il datore di lavoro è tenuto a predisporre il Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenze (DUVRI), che identifica i pericoli derivanti dalle attività simultanee e stabilisce le misure preventive da adottare. Una corretta gestione degli appalti protegge sia i dipendenti interni sia i lavoratori esterni, riducendo il rischio di incidenti.

Il DUVRI si redige solo in presenza di rischi interferenziali (art. 26). È escluso per servizi di natura intellettuale e non si applica ai cantieri.

Sicurezza sul lavoro in ufficio: l'importanza di una valutazione dei rischi personalizzata

Un aspetto cruciale della sicurezza sul lavoro in ufficio è la proporzionalità degli obblighi. Il D.Lgs. 81/2008 prevede che misure specifiche, come la sorveglianza sanitaria o le pause regolamentari per l’uso del videoterminale, siano attivate solo al superamento di determinate soglie di rischio o di esposizione.

Allo stesso modo, gli obblighi antincendio sono modulati in base alle caratteristiche strutturali e organizzative dell’ufficio. Pertanto, una corretta applicazione della normativa richiede una valutazione dei rischi rigorosamente personalizzata, che identifichi con precisione per quali lavoratori e per quali attività siano richiesti specifici adempimenti, evitando sia carenze sia inutili sovraccarichi.

La sicurezza sul lavoro in ufficio è il risultato di un approccio integrato che considera l'ergonomia, la qualità ambientale, l'organizzazione e la gestione dei rischi tradizionali. Valutare questi aspetti in modo sistematico significa proteggere il capitale umano e investire nella resilienza organizzativa. Un ufficio sicuro è un ambiente dove si lavora con maggiore motivazione, efficienza e minore variabilità.

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